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LA CARTA DEI VALORI DEL CIRCOLO ESPERIA

Aiutaci a sostenere e promuovere la carta dei valori di Esperia per un Centrodestra europeo di governo, in difesa dei valori e delle tradizioni politiche dell’Occidente, della società aperta e dello Stato liberale.
 
Le nostre idee, le nostre proposte.

  • I principi fondanti dello spirito e del vivere europeo nascono da una storia comune millenaria che affonda le sue radici nella democrazia della Grecia classica, nelle istituzioni dell’Impero Romano, nell’Umanesimo e nel Rinascimento, così come nell’Illuminismo e nell’Idealismo tedesco. Le nostre radici sono tutte intorno a noi, sono le nostre Chiese, i nostri musei, la nostra musica e la nostra letteratura.

  • L’Europa alla quale noi aspiriamo è un progetto che costruisce il suo futuro intorno al principio di libertà, mettendo al centro e difendendo l’uomo e le sue libertà in tutte le possibili declinazioni, la storia che costituisce le nostre radici e la scienza come desiderio di conoscenza. 

  • Nella società di oggi servono più cultura e buona politica. La superficialità e l’ignoranza dilaganti impediscono di cogliere  l’attualità dei valori che emanano dalla nostra storia, ma soprattutto di comprendere e gestire la complessità della realtà che ci circonda e del futuro che ci aspetta. 

  • Internet e nuovi media hanno profondamente mutato la relazione fra politici e cittadini. La disintermediazione della politica si sta traducendo in una banalizzazione dei messaggi e in una frenetica ricerca del consenso mediatico a prescindere dai programmi, dai valori e, troppo spesso, persino dalla realtà dei fatti. La comunicazione deve ritrovare efficacia e coraggio per spiegare e promuovere lo spirito e i valori del vivere civile e sociale europeo, e per tradurli in politiche di medio e lungo termine efficaci. Solo il dibattito e la dialettica possono alimentare quella relazione di fiducia fra elettori ed eletti che è alla base della democrazia rappresentativa e costituisce la miglior arma contro i populismi di ogni sorta. Esperia nasce per rimettere il dialogo, come confronto di idee mirato alla costruzione di proposte concrete, al centro della comunicazione politica nell’era digitale.

  • L’uomo deve essere il metro per calibrare l’intensità delle azioni in favore dell’ambiente in cui viviamo: proteggere l’ambiente è interesse primario dell’umanità e come tale va perseguito, ma tale azione non può trasformarsi in un valore assoluto, deve invece coniugarsi e coordinarsi con altri aspetti sociali essenziali, come l’occupazione, o legarsi a quest’ultima, alla competitività della nostra economia, condizione imprescindibile per il benessere della comunità.

  • La trasformazione digitale deve essere promossa ed incentivata, nel pieno rispetto dei principi e dei valori che sono alla base delle nostre democrazie europee, ma anche come contributo al progresso della nostra società nel suo complesso.

  • La certezza delle regole e la legalità sono principi fondanti delle nostre società. Per garantire che tali principi siano rispettati occorre promuovere la cultura della legalità. A tale scopo un sistema giudiziario aggiornato e più efficiente è cruciale per rinsaldare il rapporto tra cittadino e Stato.

  • Una strategia per supportare la tradizione creativa ed imprenditoriale del Nostro Paese è più che mai necessaria, cosi come è prioritario investire subito nei giovani e nella loro istruzione, sfruttando al massimo l’opportunità storica del nuovo fondo per la generazione futura (Next Generation EU). La trasmissione del “saper fare” e della conoscenza sono le fondamenta della nostra civiltà.

  • L’assistenzialismo e l’intervento massiccio ed indiscriminato dello Stato nell’economia non sono una soluzione adeguata. Lo Stato deve interventire secondo un principio di sussidiarietà e creare le condizioni idonee affinchè le opportunità siano accessibili a tutti, il principio dell’ iniziativa privata e della responsabilità individuale devono restare centrali.

  • La cultura della meritocrazia basata sulla “cultura del sapere” e sulla “cultura del fare” deve essere il presupposto anche, e soprattutto, della partecipazione alla vita politica del Paese. La politica deve tornare a essere un servizio alla comunità, con la selezione della classe dirigente che deve imperativamente essere basata sulla qualità delle persone ed essere orientata al risultato.

  • Una visione della politica industriale orientata al futuro è necessaria, con il coraggio di fare delle scelte consapevoli per costruire la nostra competitività nei prossimi 30 anni, non per i prossimi 30 mesi, mettendo al centro l’imprenditore e le imprese come risorse fondanti della nostra comunità, non pericoli di cui diffidare e da combattere

  • La Pubblica Amministrazione resta uno dei cardini della nostra comunità ed il volano per lo sviluppo del futuro. Per questa ragione ha bisogno di aggiornarsi, di adottare una mentalità orientata al risultato, al pragmatismo, ai tempi certi per chi chiede decisioni, beneficiando delle professionalità che il mondo di oggi impone come essenziali. 

  • Più fedeltà all’Europa e alle alleanze internazionali, nel rispetto dell’interesse nazionale, recupero di una piena sovranità industriale, tecnologica e militare europea. Promuoviamo un rapporto più maturo e responsabile con l’Europa. L’appartenenza al progetto europeo non deve indebolire quanto piuttosto rafforzare la nostra sovranità, rendendola più resistente alle crescenti pressioni del mondo circostante. Il Mediterraneo deve tornare a essere un baricentro di opportunità, non un crogiolo di instabilità.

  • L’Europa non sia timida nell’affermare i propri valori, senza compromessi, rispetto ai regimi autoritari e illiberali, come la Cina, la Turchia, l’Iran e il Venezuela. Tanto anti-comunisti quanto anti-fascisti.

  • La difesa dei diritti umani e della libertà di pensiero sono principi non negoziabili. Per questo va garantito ogni possibile sostegno alla liberazione dei prigionieri politici, alla lotta contro ogni forma di razzismo e discriminazione, contro la dittatura del conformismo, del pensiero unico del politicamente corretto e della cancel culture.

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